“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza.”
Rita Levi Montalcini è stata una neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986.
Negli anni cinquanta con le sue ricerche scoprì ed identificò il fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. È stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.
Mi mancava il distacco che permette al medico di far fronte alle sofferenze del malato, senza un coinvolgimento emotivo dannoso a entrambe le parti
L’arte è idealista: si crea dal nulla un mondo fantastico. La scienza invece è empirista: cerca di ricreare il mondo com’è, copiando la natura.
Io considero l’imperfezione come la molla darwiniana della selezione naturale. Ad esempio, gli insetti di seicento milioni di anni fa sono identici a quelli di oggi: erano già perfetti, e non c’era motivo che cambiassero. L’uomo invece era imperfetto, e questo ha dato la molla per il suo sviluppo e la sua evoluzione.
Sono femminista nel senso di voler ridare alle donne la dignità umana, e la capacità di utilizzare il cervello. Ma non nel senso del motto «l’utero è mio e lo gestisco io»: quella è una stupida frase, che non ha senso. Io credo che l’utero sia sì della donna, ma che il suo frutto sia anche dell’uomo che sta con lei.
Sono atea: non so cosa si intende per credere in Dio.
Io sono sempre stata spinoziana: da piccola mi vantavo persino di essere sua parente, visto che il mio nome è Rita Benedetta.
A me nella vita è riuscito tutto facile. Le difficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra.
A rovinare l’uomo è il servilismo, il conformismo, l’ossequio, non l’aggressività che è nell’ambiente più che dentro di noi.
Bisogna dire ai giovani quanto sono stati fortunati a nascere in questo splendido Paese che è l’Italia.
Chi ha la fortuna di possedere la fede si avvale di un sostegno impareggiabile in tutte le fasi del percorso vitale. Se si sostituisce a un Dio antropomorfo, che premia i buoni, l’imperativo inciso nel programma genetico dell’Homo sapiens che il bene ha un premio in se stesso, e il male ha il suo castigo, il laico e il credente troveranno la risposta.
Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.
Il corpo non importa, ciò che conta è la mente.
La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo. L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli – un tratto che ho ereditato da mio padre – mi hanno aiutato enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza.
Riferendosi a Francesco Storace Mi rivolgo a chi ha lanciato l’idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia “deambulazione” e quella dell’attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo “i miliardi”, dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza. A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse “facoltà”, mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria.
Nel momento in cui smetti di lavorare, sei morto.
Purtroppo, buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie – la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.
Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore. Ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi
— Università degli Studi di Milano-Bicocca, 22 gennaio 2008